Un grande fotografo al servizio di un'importante organizzazione internazionale in difesa dei diritti dei bambini: Paolo Pellegrin ha collaborato con Save the Children per testimoniare l'orrore ad un anno dall'operazione Cast Lead, con ha causato la morte di 1.393 morti tra i palestinesi e 13 fra gli israeliani. A Gaza i bambini continuano a vivere in condizioni molto difficili: migliaia ancora quelli sfollati e costretti ad abitare in costruzioni di fortuna dove manca tutto quello che serve ad un adolescente: giocattoli, vestiti, libri e quaderni di scuola, un ambiente rassicurante e protettivo. La metà delle famiglie di Gaza vive ancora senza all'acqua potabile, con la conseguente, ulteriore crescita di malattie collegate alla scarsa igiene. A pagare il prezzo più alto sono naturalmente i bambini.
Le foto di questa galleria sono di Paolo Pellegrin / Magnum for Save the Children
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mercoledì 30 dicembre 2009
martedì 29 dicembre 2009
Rivoluzione Islamica
L'odierna REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN nasce nel 1979 con Khomeini; un tempo nota come PERSIA, nel 1935 lo scià Reza Pahlavi chiese formalmente alla comunità internazionale di chiamare il Paese con il suo nome originario, ovvero Iran, paese degli Arii.
La rivoluzione islamica ha contribuito a plasmare la monarchia persiana in una repubblica la cui costituzione si ispira alla legge coranica, la Shari'a.
Le cause della rivoluzione però vanno a concatenarsi con il passato, infatti, come tutte le rivolte, anche questa non ha basi infondate: nel 1971, il crescente malcontento della popolazione Iraniana, portò a manifestazioni di diessenso verso il regime monarchico dello scià, che prontamente rispose con l apolizia segreta (SAVAK), in pochissimo tempo circa 7000 persone vennero uccise e migliaia incarcerate, e ogni partito politico dichiarato illegale.
Tutte le forze politiche di ispirazione religiosa si uniriono sotto la figura carismatica dell'Ayatollah Khomieini.
Le manifestazioni a favore dell'ayatollah si moltiplicavano mentre sempre più numerose erano le diserzioni nell'esercito, che il 12 febbraio annunciò il proprio disimpegno dalla lotta.
Khomeini, capo del consiglio rivoluzionario, assunse di fatto il potere, sebbene Mehdi Bazargan assumesse la carica di primo ministro provvisorio. Mentre gli uomini del vecchio regime venivano sommariamente processati e giustiziati a centinaia, il 30 marzo un referendum sancì la nascita della Repubblica Islamica dell'Iran con il 98% dei voti; vennero banditi bevande alcoliche, gioco d'azzardo e prostituzione, iniziarono le persecuzioni contro gli omosessuali e chiunque assumesse comportamenti non conformi alla sharia.
domenica 27 dicembre 2009
Leggi AD PERSONAM
Ultimamente questa parola è diventata di uso comune nei giornali ed è spesso utilizzata quindi anche dai giornalisti; ma vediamo di cosa si tratta in dettaglio.
Con la locuzione "leggi AD PERSONAM" si intende una legge che si ritiene sia stata fatta in modo da raggiungere determinati obiettivi personali; ciò nonostante questa legge può, e spesso lo è, essere formulata in modo generale. La locuzione già utilizzata al tempo dei romani, è rientrata nel gergo attuale durante la XIV legislatura.
Nel corso della XIV Legislatura e della XVI Legislatura, sotto i governi Berlusconi II, Berlusconi III e Berlusconi IV sono state approvate numerosi atti legislativi che hanno sollevato aspre critiche in quanto ritenute leggi ad personam. Tali contestazioni hanno affermato che la maggioranza di centrodestra abbia ricorso a tale espediente per alleggerire la posizione processuale di Berlusconi stesso.
L'ultima proposta di legge che è passata sotto le mani della Corte di Giustizia è il contestato LODO ALFANO, cui esonerava dai processi di ogni tipo le 5 cariche più alte dllo stato, tra cui il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
sabato 26 dicembre 2009
Parliamo di LIU XIAOBO
Liu Xiaobo è un critico intellettuale ed attivista per i DIRITTI UMANI ed è stato presidente del PEN (una associazione mondiale di scrittori nata per promuovere la pace e la fratellanza) dal 2003.
Dal 2008 Liu è in carcere per aver partecipato al CHARTER 08, un manifesto firmato da 303 intellettuali cinesi per promuovere riforme e democratizzazione in Cina.
Ieri 25 dicembre Liu è stato condannato ad 11 anni di prigione per "istigazione a sovvertire i poteri dello stato".
Liu cominciò la sua attività nel 1989 quando , da giovane professore di letteratura, aderì al movimento democratico degli studenti in piazza Tiananmen.
L'accusa che lo condanna oggi è basata su articoli di alcuni siti web stranieri e sul fatto (che incide pesantemente ) che Liu è uno dei primi firmatari del CHARTER 08, che come ho detto prima è un documento che critica il partito comunista e chiede l'instaurazione di una democrazia.
L'agenzia cinese ufficiale per quanto riguarda la diffusione di informazioni (Nuova Cina) ha divulgato uno spaccio di poche righe dove si sottolinea il fatto che il processo "è stato aperto al pubblico" ed il tribunale " ha seguito strettamente le procedure".
Gli USA comunque chiedono la scarcerazione di Xiaobo in quanto ritengono che il processo sia stato eseguito con standard al di sotto degli standard riconosciuti a livello
internazionale
venerdì 25 dicembre 2009
Afganistan.... Nuovo Vietnam
"Io soldato vi dico: è un nuovo Vietnam"
Queste sono le parole del soldato americano di nome Bowe Bergdhal di 23 anni catturato dai talebani circa sei mesi fa e tenuto in ostaggio.
Nel video il soldato americano si presenta con l'elmetto, gli occhiali da sole e la divisa dell'esercito e afferma: "Mi dispiace dirvi che questa guerra ci sta sfuggendo e che si trasformerà in un nuovo Vietnam a meno che il popolo americano non si levi contro tale assurdità".
Queste affermazioni del giovane soldato andranno ad incidere sicuramnete in modo non delicato sull'opinione pubblica americana; il video riapre dubbi e polemiche sulla guerra che divise in due gli USA
Il portavoce Zabihullah Mujahid dice che il giovane Bergdhal chiede al governo americano di fare un accordo per lo scambio dei prigionieri.
Mujahid affera inoltre che Bowe è in ottime condizioni di salute.
Il 16 dicembre i talebani avevano preannunciato la diffusione di un nuovo video del militare americano, catturato in giugno nella provincia sud orientale di Paktika. Il soldato, Bowe Bergadhl, 23 anni, era considerato disperso dal 30 giugno scorso ed era già apparso in un video il 19 luglio nel quale sembrava in buone condizioni di salute, anche se spaventato. Il ragazzo è il primo soldato Usa catturato dai talebani dall'inizio dell'intervento americano in Afghanistan alla fine del 2001.
mercoledì 9 dicembre 2009
Indipendent Photojournalism
A supporto del giornalismo indipendente, non possiamo non chiamare in causa il Fotoreporter Zoriah Miller, americano, fotografo indipendente da sempre e da sempre lo troviamo a raccontarci i conflitti internazionali in Iraq, in Palestina, in Etiopia ecc. ecc.
Ha pubblicato i suoi reportage nelle maggiori riviste e nei giornali più importanti americano, tipo:The New York Times e CNN.
Rivestito degli onori come 5 miglior fotogiornalista di tutti i tempi proprio nel 2009.
Riprendiamo parte dell'intervista da lui rilasciata ad un giornale di cui non sappiamo il nome.
Perche hai scelto questa carriera?
Ero impegnato nella gestione degli aiuti umanitari alle persone che venivano colte da catastrofi naturali; il mio fine era di aiutare la maggiorn parte delle persone che potevo. TRovavo che lavorare per l'agenzia degli aiuti umanitari non era così fruttuoso, per la lentezza ecc., quindi provai a documentarele crisi umanitarie. Diventai un fotografo di guerra un pò dopo, è una naturale evoluzione.
I giornalisti dicono spesso di essere imparziali, puoi trasporre questo anche nella fotografia?
Questa è un'altra ragione per cui ho scelto di essere un fotografo indipendente. Io credo che in questo lavoro in particolare sei investito da emozioni ogni momento. Se non adotti delle precauzioni nello scattare, ciò si rivela nel tuo lavoro. E' molto importante avere una mente aperta a tutto in ogni momento ed essere capaci di cambiare opinione velocemente, ma è anche importante raccontare le storie con il cuore e con le emozioni.
lunedì 7 dicembre 2009
Alex Majoli
Alex Majoli racconta: Non ho certamente una chiara idea sulla fotografia e l'atto del fotografare. Comunque, al momento sono di questo mestiere e nelle riflessioni avute a questo proposito ho paragonato spesso il fotografo al samurai che compie rituali gesti e movimenti per sviluppare la propria tecnica e l'istinto.
Camminare, attendere, ascoltare... Camminare come esercizio per gli occhi. Attendere anche se non si ha fiducia nel risultato, attendere perché l'attesa è parte della determinazione. La determinazione se applicata alla fotografia aumenta la conoscenza dei propri soggetti e anche di se stessi.La determinazione, sempre secondo me, è l'esercizio ginnico - mentale per sviluppare l'istinto. L'istinto ci permette di anticipare l'avvenimento, di catturare qualsiasi fatto noi sentiamo l'esigenza di fotografare, sviluppare così la nostra attrazione per il mondo. Samurai dal giapponese: "Essere al servizio di qualcuno"; quel qualcuno che può anche essere se stessi (l'ego) oltre che l'informazione (la testimonianza) e le persone che raccontano (il ricordo).
Quando sono arrivato a Magnum, ho visto come ognuno portava avanti il proprio grande progetto personale e ho pensato di fare lo stesso anch'io. Così ho cominciato a guardare le foto che avevo realizzato finora per capire se rintracciavo un particolare stile o una direzione specifica - e per capire chi fossi veramente come fotografo. In questo modo, ho concepito il mio lavoro sulle città di porto nel mondo.
Mi domando perché faccia foto di attualità di guerra. Veramente, non riesco a trovare una risposta. Non trovo risposte a nessuna delle grandi domande come "Perché noi siamo qui?" Più leggo i libri, più mi sento confuso. Allora mettiamola in questi termini. Io sono Alex. Io sono un fotografo. Io faccio foto. A me piace fotografare. Posso raccontare questi grandi avvenimenti e voglio registrare cosa accade in questo tempo in cui sto vivendo.
Quando sono arrivato a Magnum, ho visto come ognuno portava avanti il proprio grande progetto personale e ho pensato di fare lo stesso anch'io. Così ho cominciato a guardare le foto che avevo realizzato finora per capire se rintracciavo un particolare stile o una direzione specifica - e per capire chi fossi veramente come fotografo. In questo modo, ho concepito il mio lavoro sulle città di porto nel mondo.
Mi domando perché faccia foto di attualità di guerra. Veramente, non riesco a trovare una risposta. Non trovo risposte a nessuna delle grandi domande come "Perché noi siamo qui?" Più leggo i libri, più mi sento confuso. Allora mettiamola in questi termini. Io sono Alex. Io sono un fotografo. Io faccio foto. A me piace fotografare. Posso raccontare questi grandi avvenimenti e voglio registrare cosa accade in questo tempo in cui sto vivendo.
sabato 5 dicembre 2009
"Ho visto che lo prendevano a calci" Caso Cucchi, il verbale del testimone
di MARINO BISSO e CARLO PICOZZA
Stefano Cucchi
ROMA - "C'era una porta nera con un piccolo finestrino senza vetro, ero solo dentro la cella, e ho sentito rumori. C'era il ragazzo e qualcuno dava calci, faceva rumore con i piedi. Sentivo che il ragazzo era caduto in terra e stava piangendo. Poi ho guardato da quel finestrino e ho visto che loro lo mettevano dentro la cella. Loro, prima di pcchiare, parlavano, non capivo le parole ma la polizia diceva di entrare dentro e il ragazzo non voleva entrare dentro. Il ragazzo voleva sempre uscire, non so se voleva andare al bango o dal Giudice....".
LEGGI IL VERBALE DEL TESTIMONE
L'immigrato africano, detenuto nel sotterraneo del tribunale di Roma nella mattinata del 16 ottobre scorso, aspettava anche lui di essere chiamato per il processo, quando ha assistito dallo spioncino della sua cella al pestaggio di Stefano Cucchi, il trentunenne arrestato la notte prima alle 23.30 e morto, denutrito, disidratato, con le vertebre rotte, traumi alla testa e sospette bruciature di sigaretta sul corpo, all'alba del 22 nel padiglione carcerario dell'ospedale Sandro Pertini. Per la sua morte tre medici sono indagati per omicidio colposo e altrettanti agenti penitenziari per omicidio preterintenzionale.
Repubblica. it pubblica in esclusiva il verbale integrale dell'interrogatorio del supertestimone che, dopo l'incidente probatorio del 21 novembre scorso, ha ora valore di prova.
"Guarda cosa mi hanno fatto le guardie", ha confidato Stefano Cucchi al detenuto africano. "No", ha precisato il supertestimone, "non mi ha detto chi fossero gli aggressori e neanche ho chiesto se i carabinieri lo avessero picchiato, ma lui non mi ha parlato dei carabinieri". Così, si infittisce il mistero dopo i risultati dell'inchiesta del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che ha escluso il coinvolgimento dei suoi uomini nell'aggressione nelle celle del tribunale di Roma.
LEGGI IL VERBALE DEL TESTIMONE
L'immigrato africano, detenuto nel sotterraneo del tribunale di Roma nella mattinata del 16 ottobre scorso, aspettava anche lui di essere chiamato per il processo, quando ha assistito dallo spioncino della sua cella al pestaggio di Stefano Cucchi, il trentunenne arrestato la notte prima alle 23.30 e morto, denutrito, disidratato, con le vertebre rotte, traumi alla testa e sospette bruciature di sigaretta sul corpo, all'alba del 22 nel padiglione carcerario dell'ospedale Sandro Pertini. Per la sua morte tre medici sono indagati per omicidio colposo e altrettanti agenti penitenziari per omicidio preterintenzionale.
Repubblica. it pubblica in esclusiva il verbale integrale dell'interrogatorio del supertestimone che, dopo l'incidente probatorio del 21 novembre scorso, ha ora valore di prova.
"Guarda cosa mi hanno fatto le guardie", ha confidato Stefano Cucchi al detenuto africano. "No", ha precisato il supertestimone, "non mi ha detto chi fossero gli aggressori e neanche ho chiesto se i carabinieri lo avessero picchiato, ma lui non mi ha parlato dei carabinieri". Così, si infittisce il mistero dopo i risultati dell'inchiesta del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che ha escluso il coinvolgimento dei suoi uomini nell'aggressione nelle celle del tribunale di Roma.
giovedì 3 dicembre 2009
Correre sul sole
Correre su una spiaggia libera, con la mente libera, gli spruzzi del mare in tempesta raggiungono il tuo viso, la fredda aria di novembre accarezza il volto, le nuvole cariche id pioggia si avvicinano alla terra ferma con un incessante e inevitabile avanzare, le vedi sonoli, poi più vicine, sino a che non si trovano sulla tua testa; il sole non riscalda molto ed il freddo penetra nelle ossa, sempre il sole, con le ultime forze rimaste, prima di un inevitabile e monotono tramontare, rende i contorni delle cose ben visibili; illuminati da una luce fievole i volti rendono al mondo tutta la loro tranquillità.
Le ombre pian piano, anche se non troppo, si allungano a dismisura, la Terra è popolata da giganti, il mare, nella sua continua collera, lancia goccie di acqua e offre uno spettacolo ineguagliabile.
Dopo ore di luce, il sole, nella sua stanchezza si riposa, volge al tramonto e lascia con gioia il suo posto alla luna, fredda e irresistibile; il buio diviene padrone di questa pare di mondo, e noi ce ne andiamo a casa felici con la sapienza della fortuna che abbiamo, viviamo sul MARE.
Grandi Fotografi: Yousuf Karsh, Henri Cartier-Bresson, Andrè Kertesz
Yousuf Karsh: ritratto classico
Yousuf Karsh è di origine Armena, egli lavorava quasi sempre in studio e utilizzava sul soggetto un'illuminazione artificiale, senza oggetti di contorno. Per quasi mezzo secolo ha fotografato uomini e donne tra i più famosi al mondo.La sua opera è caratterizzata da una tecnica d'illuminazione classicamente hollywoodiana, che produce alte luci brillanti, ricche textures, nitidezza e dettaglio in tutta l'immagine. La sua attrezzatura era composta da potenti lampade flood e spot, fabbricate appositamente per lui, senza un'illuminazione forte non potrebbe usare diaframmi chiusi necessari per ottenere una sufficiente profondità di campo.Ho scelto questo suo scatto, un ritratto, secondo me questa fotografia rasenta il genio.
Henri Cartier-Bresson: cogliere il "momento decisivo"
A questo fotografo mi sento particolarmente vicino, perché molti miei concetti che ho sviluppato fotografando e sperimentando me li ritrovo nelle sue teorie e nei suoi scatti, Cartier-Bresson si considerava un osservatore, che usa la fotografia passivamente per registrare aspetti della vita quotidiana spesso inosservati, e tuttavia significativi. Non si sarebbe mai sognato di fabbricare un'immagine facendo mettere il soggetto in posa o modificando l'ambiente intorno a lui. Uso questo suo scatto "liverpool, 1963" per citare una sua frase "c'è un istante in cui tutti gli elementi che si muovono sono in equilibrio".
André Kertesz: cogliere l'inatteso
André Kertesz uno dei maestri riconosciuti dall'arte fotografica. Si è dedicato alla registrazione del momento effimero, a estrarre verità e bellezza dalla vita di tutti i giorni della gente comune. La usa opera è caratterizzata da una grande spontaneità, da un talento innato per la composizione formale e da un occhio straordinario per il particolare inatteso e rivelatore. Analizzando le sue fotografie si può notare l'eccezionale sensibilità di Kertesz per la forma pittorica, il suo completo controllo dell'immagine.
martedì 1 dicembre 2009
Le vite degli altri
Le vite degli altri, film di Florian Henckel Von Dennersmark.
Una sceneggiatura avvincente ed un cast degno del compito, uno sfondo storico tristemente reale, che ci riporta alla memoria la Storia, o meglio, la Cronaca, 20 anni fa precisi cadeva il muro di Berlino e con questo tutto il regime socialista.
Le vite degli altri si presenta da subito come un film drammatico che non lascia spazio alla gioia, difatti non si smentisce, non c'è posto per la felicità in quel clima di terrore, controllo e tragicità.
Commozione e attimi di suspense, mescolati ad una tragica ironia, sono parte integrante, se non addirittura costituente del film; è proprio l'intreccio di queste variabili che rende lo svolgersi del film assolutamente coinvolgente ed appassionante.
I personaggi se presentano con un profilo netto già da subito, il buono e rivoluzionario, lo scrittore e protagonista Sebastian Koch; ed il cattivo, il poliziotto della Stasi, Ulrich Muhe.
Il film ha un finale abbastanza scontato, con il poliziotto, ormai impiegato delle poste che vede l'immagine dello scrittore otmai famoso in una libreria.
lunedì 30 novembre 2009
AMAZONAS una agenzia dedicata solo a Salgado
Sebastiao Slagado è una fotografo brasiliano, nato nel 1944 a San Paolo, intraprende gli studi di economia e nel 1969 diviene ministro delle finanze del Brasile, nel 1973 si trasferisce a Londra, poi, matura la sua passione per la fotografia, lascia la carriera di economista e intraprende quella di fotografo, che lo pporterà, nel 1975 a diventare membro della famosa agenzia Magnum Photos, e a fondare, nel 1994 una propria agenzia fotografia, la AMAZONAS IMAGES.
Le fotografie di Salgado non sono semplic fotogrfie, come quelle che vedi nei giornali, come quelle che vedi nelle riviste, ogni sua fotografia, intrappola un suo pezzo di anima e quando la giardi, lo capisci, 0gni fotografia trasmette sensazioni, quelle sensazione che lo stesso fotografo aveva mentre pigiava sulla macchina fotografia.
L'ultimo progetto da lui inizato e che duerà molti anni, è il progetto Genesis, "una serie di fotografie in bianco e nero di paesaggi, di vita selavaggia e aspetti umani, al fine di rappresentare volti di natura e umanità."
Questo nuovo progetto è per il cuore del nostro pianeta, la sua antura e la sua bellezza. Servirà per riportare quella straordinaria bellezza delle regioni che sono ancora inospitali e incontaminate.
Questo progetto, è iniziato nel 2004 e finirà nel 2012.
domenica 29 novembre 2009
Da il DISINFORMATORE.COM
La stampa internazionale inizia a interessarsi del caso PROCESSO BREVE e riporta le iniziative del nostro primo ministro, nei paesi di origine di ogni testata giornalistica. In parole spicciole, il PROCESSO BREVE, consisterebbe nel limitare i processi a 6 anni, questo vuol dire, che se dopo 6 anni, un processo non si è ancora concluso, tutto, cade in prescrzione, e quindi NON SE NE FA PIU' DI NULLA.
Una fonte legale indica al quotidiano TIMES che se il limite di sei anni fosse diviso in tre periodi di due anni, per il processo iniziale e per i due appelli successivi, “allora il processo contro Mediaset”, uno dei due in cui Berlusconi è imputato, “scadrebbe entro questo mese”. Per l’altro processo, ricorda il Ft, quello per corruzione per il quale è già stato condannato l’avvocato inglese Mills, accusato di avere ricevuto da Berlusconi una bustarella da 600 mila dollari per mentire in due processi contro il proprietario di Mediaset, i giudici fisseranno una data il 27 novembre, “facendo ricominciare il processo dall’inizio, con nuovi magistrati, anziché riprenderlo dal punto in cui venne interrotto quando a Berlusconi fu data l’immunità” in virtù del Lodo Alfano, cioè della legge, fatta approvare dal suo governo, per sospendere procedimenti giudiziari contro le prime quattro maggiori cariche dello Stato.
Anche un altro quotidiano britannico, il Daily Telegraph, dedica un articolo agli sviluppi della vicenda, con un malizioso titolo: “Berlusconi cerca di limitare i (suoi) processi”. Scrive il corrispondente da Roma: “Silvio Berlusconi è stato attaccato ieri per avere proposto di ridurre la durata dei processi italiani. I suoi critici vedono la riforma come un modo per eliminare in un colpo i suoi problemi legali”. L’articolo riconosce che il sistema giudiziario italiano ha “disperato bisogno” di riforme, con processi che possono durare più di dieci anni e un arretrato di 3 milioni e 600 mila casi penali e 5 milioni e 400 mila casi civili. “Tuttavia, ci sono pochi dubbi che le proposte (di riforma, ndr.) andrebbero a beneficio anche di Berlusconi, che deve affrontare due processi che dovrebbero cominciare questo mese”, aggiunge il corrispondente Nick Squires.
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