mercoledì 3 marzo 2010

1° Marzo Contro il Razzismo


“Un giorno senza di noi e l'Italia si ferma”, questo è lo slogan che porteranno in piazza i quasi 5 milioni di immigrati presenti sul territorio e residenti in Italia.

“La rivoluzione in Giallo”, dal colore scelto per la giornata, è arrivata dalla Francia passando anche per altri paesi. Tante sono le associazioni coinvolte: Amnesty, Acli, Arci, Legambiente,Emergency e questo è solo per citarne alcune; ma la giornata avrà anche, purtroppo, dei connotati politici, infatti, allo “sciopero degli immigrati”, aderiranno anche: PD, Prc e Socialisti.

L'appuntamento deciso è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia; forse l'appellativo rivoluzione è troppo forte in quanto lo scioperò si terrà solo in alcune città d'Italia come Trento Trieste e Modena, ovvero le città dove i sindacati hanno accolto questa richiesta; gli altri, i più grandi, a livello nazionale, non si sono occupati di questo fatto, non hanno supportato lo sciopero etnico che combatte per i suoi diritti e non per un aumento di stipendio.

Per quanto riguarda gli aspetti puramente tecnici dello sciopero, il logo (otto facce umane inserite in quadrati sovrapposti) è stato creato dall'artista siciliano Giuseppe Cassiba, mentre come testimonial della manifestazione è stata scelta Mafalda, la protagonista dell'omonimo fumetto creato da Quino.

Il colore della rivoluzione sarà ben visibile: palloncini, drappi, bandiere, braccialetti, foulard e magliette, il giallo dovrà essere il colore nettamente dominante.

E' indubbio, secondo gli organizzatori e secondo molti, che senza gli immigrati, ci sarebbe un Black Out, vari settori sarebbero letteralmente paralizzati, a partire da quello delle costruzioni, dove la manodopera non italiana è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. Poi toccherebbe all'industria manifatturiere, seguita da quella metalmeccanica e da quella alimentare. Nelle fabbriche, gli immigrati sono indispensabili e insostituibili, nel settore della macelleria animale la loro forza lavoro supera il 50% di quella totale. Per continuare l'elenco, nelle grandi città rimarrebbero senza personale: ristoranti, alberghi e pizzerie

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