Ed ecco dunque come è andata a finire. Jean-Baptiste Avril ha bruciato effettivamente lunedì scorso 11 gennaio tutti i negativi del suo lavoro “incompreso” e non ricompensato, e ha documentato il rogo di protesta in questo video che ha appena inviato a questo blog.
L’autodafé è andato in scena in modo meno clamoroso di quanto pensavo: non in una pubblica piazza ma davanti al camino di casa sua (comunque alla presenza di testimoni). Ma per quanto mi riguarda l’effetto non è stato di minore impatto: sarò un romantico, ma vedere forbici che ghigliottinano un fotogramma e fiamme che aggrediscono una busta di pergamino piena di strisce di celluloide impressionata, insomma, mi dà qualche brivido, come se assistessi alla violenza su un corpo vivo. Ma lo ammetto, è una mia deviazione mentale…
Non voglio necessariamente, con questo, riaprire la discussione (molto interessante) del precedente articolo, e ovviamente ciascuno è libero di dare il giudizio che crede (per quanto può) sulle qualità del lavoro di JB e sul significato della sua performance; ma proprio le vostre reazioni mi hanno confermato che il “colpo di rabbia” di JB non è poi così solipsista o presuntuoso o calcolato come a qualcuno è parso.
In ogni caso (magari mi sbaglio e JB è un grande attore, ma non credo) la sua espressione quando butta l’ultimo mazzetto di fotogrammi nel fuoco mi pare riveli quanto gli è costato questo gesto dimostrativo. Pro bono malum, Jean-Baptiste, e in bocca al lupo per il futuro.
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