domenica 21 marzo 2010

I germi degli immigrati

Sansepolcro, borgo medievale in provincia di Arezzo. I simpatizzanti del carroccio ieri stavano diffondendo saponette, anzi no, gel igienizzante anti-immigrato. Un sapone per lavarsi le mani dopo aver toccato uno straniero distribuito assieme ad un volantino con sopra impresso un fumetto che rappresenta degli uomini di colore ed un anziano.

Una iniziativa questa che ha indotto il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, a denunciare il gesto e chiedere l'aiuto del ministro degli interni Roberto Maroni. Dopo le accuse dell'IdV la lega ha tentato di difendersi dicendo che il gel igienizzante non aveva niente a che vedere con gli immigrati.

Orlando replica dicendo “La lega si conferma razzista e xenofoba. Distribuisce sapone anti-immigrati per lavarsi le mani dopo aver toccato degli extracomunitari. E' vergognoso tutto ciò. E' una vera e propria istigazione alla violenza. Noi dell'Italia dei Valori chiediamo l'intervento del ministro Maroni, perché qui si tratta di una vera e propria istigazione all'odio razziale". E ancora: "Suggeriamo a Bossi, dato che oggi salirà sul palco di San Giovanni, a Roma, di distribuire ai suoi alleati il sapone perché tutto hanno tranne che le mani pulite".

Il capogruppo alla provincia di Arezzo della Federazione della Sinistra e componente della direzione nazionale di Rifondazione comunista Alfio Nicotra definisce l'iniziativa della Lega come una manifestazione gravissima di intolleranza; secondo il politico il messaggio che veicola questa azione propagandistica è devastante ovvero: che esseri umani solo perché stranieri sono considerati alla stregua di veri e propri “untori” e portatori di malattie e disgrazie.Non avendo alcuna proposta politica per combattere la crisi che colpisce anche le nostre zone e di cui il governo Berlusconi, di cui sono componente portante, è responsabile, i dirigenti leghisti preferiscono distrarre l'opinione pubblica - ha aggiunto Nicotra - con iniziative disgustose e che devono essere condannate senza se e senza ma da tutte le forze politiche.

giovedì 11 marzo 2010

“Leggere, leggere, leggere!”


Regalare un libro ad uno sconosciuto? Si! Questa è la proposta di un giovane empolese di 22 anni, il suo nome è Alberto Schiariti: la sua iniziativa si sta diffondendo in tutta Italia attraverso facebook ed internet; l'iniziativa ha avuto persino il patrocinio del comune di Empoli.
Come tantissimi pendolari Alberto ogni mattina vede facce nuove, persone nuove che come lui ogni mattina prendono il treno per andare a lavoro, un'ora di viaggio, un'ora con le stesse persone con le quali molto spesso non rivolgi lor nemmeno una parola.

Alberto ama leggere e lo fa da sempre; qualche giorno fa, più precisamente il 31 gennaio, parlava di come la gente non ama questo tipo di svago. “Cavoli loro, verrebbe da dire. Ed invece no. Oltre ad essere indice di scarsa cultura, la scarsa cultura è indice di arretratezza... E ciò non fa che renderci le solite stupide capre che eleggono capre un pelo più furbe”. L'autore continua dicendo che leggere è quindi indice di intelligenza; per questo ha avuto un'idea, il prossimo 26 marzo, il giorno del 22esimo compleanno del ragazzo, egli regalerà e invita a regalare un proprio libro ad uno sconosciuto, in modo da diffondere il piacere della lettura.

La sua iniziativa ha un nome molto semplice, ma non per questo poco efficacie: “Leggere, leggere, leggere!” è questo il titolo; ha poi chiesto ai suoi amici di fare la stessa cosa e per finire, ha diffuso la sua idea sul web, nel canale più conosciuto al mondo per le notizie, facebook. L'iniziativa è sostenuta oltre che dal comune di Empoli anche dalla biblioteca comunale Renato Fucini dove già da tempo è stato attivato il “Leggere, leggere, leggere Point”, cioè un punto informativo dove verranno fornite tutte le poche direttive necessarie per partecipare assieme ad Alberto.

“Perché lo stesso giorno? Perché tutti assieme? Perché saltare da soli è innocuo, ma farlo assieme ad altri milioni di persone può far tremare la terra”. Ha le idee chiare questo ragazzo; definisce giustamente i libri come “infuso di rivoluzione”, forse la strada giusta per diffondere ciò che in Italia sta calando, la cultura.

sabato 6 marzo 2010

Pure questioni Diplomatiche

E' ormai da tempo che si parla di una delle questioni più calde del pianeta, il “Caso Tibet”.
Anni ormai sono passati dal lontano 1950, anno in cui l'esercito di liberazione popolare cinese, sotto il comando di Deng Xiaoping entrò nel territorio tibetano invadendolo e frantumando il piccolo esercito che gli si presentò davanti.
Nessuno stato ha mai riconosciuto l'indipendenza del Tibet e, pure i paesi occidentalizzati, hanno sempre trattato la cosa come una questione interna alla Cina su cui non potevano sbilanciarsi.
La questione dell'indipendenza è tornata ad essere una delle discussioni più animate proprio in questi giorni, causa l'incontro del capo spirituale Tibetano Tenzin Gyatso con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, incontro scongiurato dalle autorità Cinesi.
Di fatto il ministro degli esteri di Pechino si dichiara “profondamente insoddisfatto” dell'incontro e accusa gli USA di aver violato la promessa presa di non sostenere l'indipendenza del Tibet.

Il portavoce della Casa Bianca ha riferito che non è stata messa in discussione l'unità territoriale Cinese e che la discussione tra i due leader ha trattato argomenti come identità religiosa, linguistica e culturale del Tibet. Sempre il portavoce riferisce che il presidente ha appoggiato a pieno la “terza via” adottata dal Dalai Lama, cioè quella della non-violenza e di un dialogo pacifico con la Cina.

Il capo spirituale in seguito all'incontro ha riferito ai giornalisti di essere molto felice del colloqui avvenuto nella sala delle mappe nella Casa Bianca; infatti l'incontro non si è tenuto nella sala Ovale, dove solitamente il presidente incontra tutti i suoi ospiti perché non si tratta di un leader politico ma religioso, questa è stata la motivazione ufficiale.

Gli attriti già esistenti tra Washington e Pechino non si sono quindi attenuati; a gennaio di questo anno già il gigante del Web Google aveva annunciato il suo ritiro dal territorio cinese denunciando di essere stato vittima di attacchi di pirateria che hanno violato la sfera privata di alcuni dei suoi clienti, tutti dissidenti cinesi attivisti per i diritti umani.

mercoledì 3 marzo 2010

1° Marzo Contro il Razzismo


“Un giorno senza di noi e l'Italia si ferma”, questo è lo slogan che porteranno in piazza i quasi 5 milioni di immigrati presenti sul territorio e residenti in Italia.

“La rivoluzione in Giallo”, dal colore scelto per la giornata, è arrivata dalla Francia passando anche per altri paesi. Tante sono le associazioni coinvolte: Amnesty, Acli, Arci, Legambiente,Emergency e questo è solo per citarne alcune; ma la giornata avrà anche, purtroppo, dei connotati politici, infatti, allo “sciopero degli immigrati”, aderiranno anche: PD, Prc e Socialisti.

L'appuntamento deciso è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia; forse l'appellativo rivoluzione è troppo forte in quanto lo scioperò si terrà solo in alcune città d'Italia come Trento Trieste e Modena, ovvero le città dove i sindacati hanno accolto questa richiesta; gli altri, i più grandi, a livello nazionale, non si sono occupati di questo fatto, non hanno supportato lo sciopero etnico che combatte per i suoi diritti e non per un aumento di stipendio.

Per quanto riguarda gli aspetti puramente tecnici dello sciopero, il logo (otto facce umane inserite in quadrati sovrapposti) è stato creato dall'artista siciliano Giuseppe Cassiba, mentre come testimonial della manifestazione è stata scelta Mafalda, la protagonista dell'omonimo fumetto creato da Quino.

Il colore della rivoluzione sarà ben visibile: palloncini, drappi, bandiere, braccialetti, foulard e magliette, il giallo dovrà essere il colore nettamente dominante.

E' indubbio, secondo gli organizzatori e secondo molti, che senza gli immigrati, ci sarebbe un Black Out, vari settori sarebbero letteralmente paralizzati, a partire da quello delle costruzioni, dove la manodopera non italiana è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. Poi toccherebbe all'industria manifatturiere, seguita da quella metalmeccanica e da quella alimentare. Nelle fabbriche, gli immigrati sono indispensabili e insostituibili, nel settore della macelleria animale la loro forza lavoro supera il 50% di quella totale. Per continuare l'elenco, nelle grandi città rimarrebbero senza personale: ristoranti, alberghi e pizzerie